LA RICREAZIONE è FINITA (10/03/2024) - a cura della prof.ssa Anna Cosenza Toscano


Autore: Dario Ferrari

Genere: narrativa italiana

Valutazione:

 

Un libro inusuale nel panorama letterario italiano e piacevolmente sorprendente e per il contenuto e per il linguaggio. Non saprei , pensandoci bene in quale genere collocarlo, romanzo di formazione? Romanzo storico? Romanzo giallo? so che da tempo non mi   capitava di leggere un libro così appagante. E’ la storia di Marcello un ragazzo annoiato, poco motivato tant’è che è un fuori corso che solo fortuitamente riesce a vincere un dottorato di ricerca all’Università . Il suo professore gli affiderà come oggetto della tesi un lavoro sul terrorista e scrittore Tito Sella morto in carcere. Condannato all’ergastolo per aver partecipato ad un’azione armata che aveva causato la morte di un carabiniere, Tito Sella era entrato a far parte delle bande armate  “un po’ per gioco, un po’ per convinzione , un po’ per noia. La rivoluzione era stata un gioco ,ma ora bisognava fare sul serio …La ricreazione è finita.” Leggendo le sue opere e ricostruendo la sua vita, Marcello finisce con identificarsi in lui al punto da pensare di poter scrivere  La Fantasima, la presunta autobiografia di Sella mai ritrovata. Parallelamente alla vicenda relativa alla sua ricerca, l’Autore ci introduce in un complicato ma quanto mai  veritiero mondo accademico con regole anche linguistiche severissime;  apprendiamo infatti le lacerazioni che lo agitano, le sanguinarie  lotte di potere tra i cosiddetti “ baroni” le regole non scritte che bisogna seguire per fare carriera.  “Il mondo accademico è un mondo psicotico affetto da una grave dispercezione della realtà popolato da individui dotati di fama estremamente limitata ad alcune micro aree del loro micro campo di expertise che operano in un settore marginale e indigente quale quello della cultura e che nondimeno si sentono delle rockstar ed hanno ego e comportamenti commisurati a questa loro convinzione”. Tutto ciò è espresso in un “accademichese” ironico e dissacrante al punto giusto. Ma più Marcello va avanti nell’analisi della vita e delle opere di Sella più la vicenda narrativa si complica tingendosi di giallo. Tanti interrogativi sorgono spontanei fino ad arrivare ad una stupefacente verità , scoperta che arriverà solo quando Marcello prenderà le distanze dall’oggetto della ricerca compiendo una scelta coraggiosa. Un libro da leggere perché intanto , e cosa rara per la letteratura italiana , ha un ampio respiro , si apre ad una visione del mondo che non è dell’”io” ma del “noi”, poi perché esplora una situazione storica poco indagata ma da approfondire anche il letteratura e poi per la bella lingua italiana utilizzata in modo sagace mai artificioso ,pedante o ampolloso. Un piccolo gioiello della Sellerio.