IO NON MI CHIAMO MIRIAM (09/09/2017) - a cura della prof.ssa Anna Cosenza Toscano


Autore: Majgull Axelsson

Genere: narrativa straniera

Valutazione:

E’ la storia di una bambina rom che per sopravvivere alla deportazione nazista , illudendosi che gli ebrei potessero aver miglior sorte di quella programmata per gli zingari, indossa il vestitino lacero di una coetanea ebrea morta….. da quel gesto ha inizio tutta la vicenda. Miriam /Malika vivrà per tutta la vita con un senso angosciante di colpa per il lacerante sdoppiamento portato avanti fino alla fine o quasi e  per aver rinnegato la propria gente , le proprie tradizioni, lingua e cultura insomma  per essere sopravvissuta all’orrore dei campi di sterminio.

Ancora un libro, quindi, sulla Shoà o meglio sulle efferatezze commesse dai nazisti  che rivolsero il loro odio razziale non solo contro gli ebrei, ma anche contro altri popoli come ad esempio i rom, cosa questa  poco nota. Ad ogni modo, la validità del romanzo non sta tanto e solo nel tema trattato, ma nel fatto che a scriverlo sia una giornalista , non protagonista in prima persona dei fatti né indirettamente; ciò vuol dire che , aldilà dei romanzi autobiografici o testimonianze di sopravvissuti, sia possibile oggi fare “ una letteratura verosimigliante” su quanto avvenuto anche perché con il passar del tempo le testimonianze autentiche vanno scemando . Lo sfondo storico è reale, ,ma la vicenda e la protagonista sono frutto della fantasia dell’Autrice , capace però di  calarsi perfettamente in quella tragedia rendendocela viva e autentica e facendocela penetrare nelle ossa. Tanti altri personaggi patetici nella loro sofferenza ruotano intorno a Miriam /Malika; tra i meglio delineati quello di Else per il coraggio leonino con cui protegge colei che sente quasi come una sostituta della figlia. Un romanzo delicato e sconvolgente al contempo che pone il lettore di fronte alle proprie responsabilità di essere umano e all’imperativo categorico di dover trasmettere la conoscenza di quanto avvenuto; anche se il ricordare è certamente doloroso  e anche se tutti i sopravvissuti e Miriam /Malika non fa eccezione, non vogliono farlo quasi per costruirsi una corazza , alla fine bisognerà pur farlo e  nel caso di Miriam /Malika  sarà la nipote Camilla a ricevere il testimone . Apprezzabile anche l’utilizzo di due piani temporali per contrapporre l’orrore del passato alla serenità del presente infine vissuto dalla protagonista. Da leggere assolutamente.