A ORIENTE DEL GIARDINO DELL'EDEN (11/09/2017) - a cura della prof.ssa Anna Cosenza Toscano


Autore: Israel Singer

Genere: narrativa straniera

Valutazione:

Anche questo romanzo di Singer è un romanzo che narra la storia di una famiglia ebrea ed anche questo ne racconta la dissoluzione a seguito della perdita dei grandi ideali di cui i suoi componenti si sono nutriti, ma lungi dall’essere ripetitivo, è anch’esso un capolavoro. Il padre, un povero venditore di stracci, insegue il sogno di far sì che l’unico figlio maschio diventi rabbino e per realizzare il suo di sogno si sobbarca a fatiche e privazioni al limite dell’umano; morirà inghiottito nell’inferno della prima guerra mondiale e il suo sogno con lui.  Nachmann, il figlio, quel figlio su cui il padre puntava come unica possibilità di riscatto sociale, andrà a fare il fornaio e resterà invischiato nelle suggestioni dell’ideologia socialista che abbraccerà con un fervore ossessivo quasi autolesionista finchè non sarà rigettato proprio da quella patria , la grande madre  Russia, da lui scelta ostinatamente. Solo, rifiutato dalla sua terra di origine e dalla sua patria adottiva, finirà , sconfitto, con il piegare il capo e morire a Oriente del giardino dell’Eden.

Nel libro ciò che risulta davvero avvincente è l’epicità dei personaggi che si battono fino allo stremo per affermare il proprio credo, la costruzione dei personaggi : il padre Mattes che ben rappresenta la figura dell’ebreo errante con quel suo continuo vagare per inseguire un sogno, Nachmann, l’ostinato eroe che nega fino alla fine l’evidenza per restare abbarbicato ad un sogno finchè  “ in  quel cavallo in quell’animale sfinito, agonizzante “ non vede se stesso e la propria vita , le donne della famiglia che devono farsi carico dei problemi della quotidianetà affrontata con spirito pragmatico, Daniel , il ricco che gioca a fare il comunista addottrinando i poveri illusi per vivere , lui, nel lusso lasciando alla massa la miseria quotidiana. Tutto il libro- epopea dei poveri ruota intorno    al tema dell’esclusione che suggerisce il tema verghiano dei vinti, lo sfondo storico  ne costituisce il collante;  infatti il romanzo è soprattutto uno straziante grido di denuncia nei confronti del comunismo che, abbracciato come fede salvifica, rivela , al contrario, in pieno  il suo volto crudele e disumano; per non parlare poi dei riti, delle tradizioni , delle usanze ebraiche minuziosamente raccontate. Ci sono delle parti un po’ ripetitive, ad es. quella relativa all’iniziazione politica di Nachmann e alla propaganda ,ma tutto è funzionale a rimarcare la maturazione della tragedia di un popolo condannato da sempre ad essere straniero.