ORIGIN (17/12/2017) - a cura della prof.ssa Anna Cosenza Toscano


Autore: Dan Brown

Genere: narrativa straniera

Valutazione:

Firenze, Roma, Bilbao, anche quest’ultima fatica di Dan Brown rispecchia il medesimo  tessuto narrativo dei precedenti romanzi; cambia solo la location. Questa volta Il professor Robert Langdon si trova a Bilbao invitato da un suo ex allievo futurologo  ad assistere ad una conferenza in cui verranno rese pubbliche rivelazioni straordinarie che potrebbero scardinare le fondamenta di qualsiasi credo religioso cambiando così le sorti dell’umanità. Ancora una volta il romanzo prende avvio da un omicidio, e ancora una volta all’assassinio seguiranno fughe, colpi di scena, inseguimenti e morti. Da questo punto di vista è innegabile che il ritmo sia incalzante e prenda il lettore , anche se il tutto si presta più ad una rappresentazione filmica che letteraria, ma nella seconda parte, quando è inevitabile tirare le fila dell’intrigo, la scrittura si avvita su stessa a causa probabilmente di un linguaggio eccessivamente tecnicistico che , per chi è al di fuori delle logiche informatiche , risulta difficile da comprendere. Ruba  la scena a Langdon dominandola  Winston , un super computer intelligente ( impossibile non pensare ad Hall di 2001 Odissea nello spazio) che dialoga, prevede, agisce, previene e dispone. Ed è l’intelligenza artificiale la tecnologia e la progressiva dipendenza degli umani da essa che costituiscono il leit motiv del romanzo. Alle domande antiche tanto quanto l’uomo : Da dove veniamo? e Dove andiamo? l’autore cerca di dare una risposta proponendo teorie scientifiche note e non  ,cercando insomma di soddisfare l’esigenza umana di comprendere razionalmente ciò che non si può tant’è che ad un certo punto   il futurologo informatico dirà “ che non c’è mai stato progresso dell’intelletto che non abbia incluso Dio”. Più, però, che la risposta alla prima domanda resta condivisibile la conclusione offerta dall’autore in merito a:  Dove andiamo? Le sue considerazioni  sia pur esposte in forma sensazionalistica e confusa  sono quanto mai attuali e rimandano per certi versi al tema dominate nel libro “ Il Cerchio” di Dave Emmers. Sta all’uomo scegliere se in nome dell’ evoluzione intenda far sì che la tecnologia prenda il sopravvento o se, al contrario, preferisca  salvare l’imperfezione, l’emotività ed in ultima analisi l’Humanitas.

Libro adatto a chi ama la letteratura di intrattenimento con qualche nascosto spunto di riflessione.