LA CASA DELLE BAMBOLE (02/09/2017) - a cura della prof.ssa Anna Cosenza Toscano


Autore: Ka-Tzetnik 135633

Genere: narrativa straniera

Valutazione:

Il libro narra la morta vita di Danielle, ragazzina ebrea che vive prima all’interno del ghetto, poi del campo di lavoro ed infine della “casa delle bambole” luogo in cui le ragazze ebree più carine venivano, dopo essere state sterilizzate e marchiate sul petto, date in pasto ai soldati tedeschi per il loro piacere. Il romanzo non aggiunge nulla che non sia già noto sui Lager e sulle pratiche naziste, tuttavia quest’ aspetto, in realtà è stato poco trattato e forse meriterebbe anche degli approfondimenti. Inutile dire che l’orrore accompagna tutto il racconto, ma si tratta di un orrore filtrato attraverso la dimensione onirica; sogno e realtà infatti si alternano continuamente; è come, soprattutto nella prima parte del libro, se Dani si rifiutasse di prendere atto di quanto accade per rifugiarsi in una dimensione parallela e sognante che funga da anestetizzante. Se questo espediente da un lato stempera la disperazione, altrimenti insopportabile per la ragazzina quattordicenne, dall’altra non giova al libro perché a tratti la narrazione rallentata crea disorientamento nel lettore avvolgendo in un’aura di poeticità e quindi addolcendolo, quanto non va assolutamente addolcito o minimizzato. Ho trovato molto interessante la descrizione dello stato d’animo delle prigioniere del campo di deportazione invidiose della sorte toccata alle fanciulle “ospiti della casa della gioia” invidiose di ciò che mangiano, del latte e della marmellata che le deportate pensano siano stati loro sottratti, invidiose della sorte che ha fatto sì che non siano state loro ad essere scelte, invidiose del nulla perché la vita delle ragazze –oggetto è quanto di più infernale possa esserci, ma ciò sottolinea ancora una volta il processo di disumanizzazione avviato e attuato  dalle SS.  Per non dimenticar MAI!