HOTEL SILENCE (19/11/2018) - a cura della prof.ssa Anna Cosenza Toscano


Autore: Audur Ava Ólafsdóttir

Genere: narrativa straniera

Valutazione:

 

Romanzo che con toni sommessi e garbati racconta la vita di un uomo che è “microcosmo di un macrocosmo”. Jonas ha quasi cinquant’anni ed è abituato a darsi da fare, non riesce a stare fermo, il suo pallino è aggiustare le cose; sa fare tutto , ed è sempre pronto, strumenti in mano, ad aiutare gli altri. Ma,ahimè, questa dote non gli evita che la sua vita vada in pezzi, la moglie lo lascia rivelandogli in più che della figlia tanto amata  non è il genitore biologico. Jonas si frantuma e i suoi attrezzi a nulla servono. Non riesce a trovare un collante per mettere insieme i rotti pezzi della sua vita, così decide di suicidarsi, ma per non creare fastidio a nessuno , di farlo all’estero, in un paese da poco uscito dalla guerra civile. Dopo aver da uomo concreto predisposto ogni cosa, parte e con sé non porta altro che la sua attrezzatura da lavoro.. Giunto a destinazione intorno a sé non trova altro che desolazione e silenzio spettrale , tutto è stato distrutto; paradossalmente trova alloggio all’Hotel Silence, un tempo rinomato hotel termale, ridotto a spettro di ciò che era una volta. Ed è qui che Jonas, conosciuti i due ragazzi proprietari dell’hotel e il bimbo di lei sopravvissuti agli orrori , è proprio qui , in quell’hotel dove nulla funziona che Jonas , giorno dopo giorno rimanda la sua decisione perché…. comincia a mettere insieme, pezzo dopo pezzo, la sua vita così come aggiusta pezzo dopo pezzo le stanze dell’hotel e non solo. Si sente quasi  obbligato a non mettere in atto il suo proposito se prima non sistema ora una persiana ora l’acqua calda e così giorno dopo giorno,  lentamente , faticosamente, da quell’assordante silenzio si leveranno prima flebili poi più ferme le voci di chi, pur essendo andato in frantumi, pur avendo vissuto sulla propria carne l’orrore della guerra trova la forza di rialzarsi, ricostruire ,per continuare insieme il cammino della vita uniti quasi in una “ social catena”. E’ un libro molto intenso che , con semplicità e pacatezza racconta una vicenda toccante. Non scade mai nella banalità, pericolo sempre in agguato tanto più che il tema è stato già abbastanza sfruttato, al contrario, il suo pregio è proprio l’umiltà con cui l’autrice lo sviluppa , con grazia malinconica , garbo e profondo rispetto per il lettore e per coloro che hanno sofferto e continuano a farlo.