PATRIA (19/12/2018) - a cura della prof.ssa Anna Cosenza Toscano


Autore: Fernando Aramburu

Genere: narrativa straniera

Valutazione:

 

Vincitore del premio Strega europeo 2018, Patria è un romanzo che merita assolutamente di essere letto. Racconta la storia di due famiglie basche legate da una profonda amicizia destinata a dissolversi. La causa? La Patria! Txato, piccolo imprenditore, pur se basco, non soggiace alla richiesta di pagamento di una “contributo” a favore dell’ETA e viene ucciso. Comincia così la tragedia di queste due famiglie che diventa emblema della tragedia di un popolo, illuso e disorientato che nega la Storia ed è negato dalla Storia, che in nome di una ideologia sbandierata da pochi e ad uso e consumo di molti, si ritrova a fare i conti con una vera e propria guerra civile combattuta a suon di attentati terroristici.  

Ma cosa è Patria? È Terra? Lingua? Sangue? Cultura? Amore? e come questo professato amore per una patria comune può generare il   mostro del terrorismo? Come è possibile che una comunità possa accettare di subire una guerra civile, negando ogni possibile dialogo, utilizzando come unica arma l’uccisione dei   propri figli e fratelli? Ma quel che traumatizza di più non è tanto il comportamento degli affiliati all’organizzazione quanto l’atteggiamento della comunità paesana, incapace di riconoscere i torti e le ragioni, che ha perso il senso dell’umanità al punto da emarginare la vittima, costretta ad andare via dal suo paese perché colpevole di ricordare con la sua sola presenza quanto accaduto.

A questa realtà il romanzo risponde con una ferma, dura ,implacabile  condanna  degli atti di violenza , dell’inutilità di questi, e di come spesso, troppo spesso, la violenza si ammanti di una fragile e illusoria ideologia.

Il romanzo ha la dimensione e lo spessore di una tragedia greca e come tale ha la capacità di andare oltre i fatti contingenti , grazie anche alle protagoniste femminili : Bittori  la vedova che non si arrende, che incede a testa alta per le strade di un paese che l’ha messa al bando  e Mirren la madre leonessa che difende con le unghie e i denti il figlio assassino, un figlio che alla fine si interrogherà sulle vere ragioni dell’essere diventato terrorista e dell’essere rimasto fedele ad una sempre più lacera bandiera.  Il libro è quindi un inno al valore della vita umana, alla fratellanza, all’Amore che proprio dall’Odio riuscirà a riaffermarsi perché là dove non possono arrivare i vili, giungeranno le due Donne a fronteggiarsi e a saperlo generare nuovamente. Tutto ciò non avrebbe avuto modo di esistere senza il supporto della scrittura asciutta, urticante,  scabra, singhiozzante, difficile , talvolta ,da seguire per il ricorso continuo all’indiretto libero , per il passaggio con repentinità fulminea dalla prima alla terza persona , per l’abbandono sempre controllato al flusso libero del pensiero ma una scrittura  che cattura ed incatena costringendo il lettore a tenere sempre desta l’attenzione .Un libro davvero straordinario, che segna profondamente e  il cui valore va oltre lo specifico momento storico costringendoci a fare i conti con una drammatica realtà che , purtroppo ormai viviamo quotidianamente .