SEROTONINA (15/01/2019) - a cura della prof.ssa Anna Cosenza Toscano


Autore: Michel Houellebecq

Genere: narrativa straniera

Valutazione:

 

 

Torna il tanto discusso Houellebecq con un romanzo dissacratorio della civiltà occidentale . In una lunga riflessione portata avanti in prima persona , il protagonista  Florent-Claude Labrouste , quasi cinquantenne, riflette su ciò che è stata e soprattutto cosa è la sua vita. Incapace di vivere e di accettare i ritmi di una società lanciata a velocità vertiginosa verso il nulla , Florence per sopportare la depressione fa ricorso al Captorix, un antidepressivo , una piccola , bianca pasticca, apparentemente innocua che però ha una controindicazione: annienta ogni stimolo sessuale. Comincia così il racconto un po’ sconnesso di Florence il cui disprezzo verso tutto e tutti si esprime sin dall’inizio con l’insofferenza esplicitata nei confronti del suo nome, frutto di un concordato tra i suoi genitori. Incapace di trovare soddisfazione nel suo lavoro, incapace di trarre godimento da una buona posizione economica, incapace di portare avanti  una relazione con una donna giapponese molto più giovane di lui, incapace di contrarre legami di amicizia e di recuperare rapporti passati tra cui quello con l’unica donna che abbia , forse, davvero amato, Florence fugge, fugge da tutto ,ma soprattutto da sé e lo fa nascondendosi in un alberghetto parigino , in campagna ,fugge dalle relazioni  sociali e sessuali che potrebbero comportare un’esposizione in prima persona essendo finalizzate , per natura, alla procreazione cercando conforto nel bere e nel Captorix.  Non sorprende l’amaro pessimismo che permea il romanzo , c’eravamo già abituati in Sottomissione; ciò che costituisce una novità è il tono umoristico, distaccato, crudele con cui l’autore attraverso un periodare complesso, analitico, ricco di incidentali, porta avanti la vicenda. Chi si aspetta una nuova profezia da Houellebecq, resterà deluso, qui siamo ben oltre, non c’è nessuna speranza, nessuno spiraglio, anche se talvolta sembrerebbe che l’autore con un ironico sorriso  auspichi la tanto agognata felicità ricorsa ma mai afferrata; nel libro il disprezzo verso quegli ideali che hanno costruito la società francese nello specifico ed europeo in generale è totale perché Florence è  l’uomo di oggi che sempre più deve far ricorso agli antidepressivi per combattere stress e depressione  ammorbato com’è dal “ mal di vivere” , è  l’uomo di oggi frustato, deluso, annoiato,  inetto che non si riconosce in nulla , forse solo nel sesso? Ma come conciliare l’esasperante ossessione del sesso con più alte idealità specie sessantottine?  È’ l’interrogativo irrisolto del romanzo, a mio avviso. Un romanzo d’amore per certi versi poiché traspare evidente il desiderio di amare e di essere felici,  politico per le riflessioni sull’impoverimento della classe media , sui contrasti sociali che agitano la Francia e non solo, sulle contraddizioni che caratterizzano l’Europa e la sua politica economica  ed esistenziale  poiché è tutta una lunga riflessione sul sé e sulla consapevolezza che più mancano i motivi per essere depressi più lo si è  ( notevoli le considerazioni su come “ ammazzare “ la notte di Capodanno)  L’autore porta così in scena il dramma dell’uomo moderno a cui non prospetta nessuna soluzione, solo un palliativo, in questo caso specifico …Il Captorix….. ma anche questo non basterà.