SONO CORSO VERSO IL NILO (16/01/2019) - a cura della prof.ssa Anna Cosenza Toscano


Autore: Ala al Aswani \'Ala

Genere: narrativa straniera

Valutazione:

1

 

.“Sono corso verso il Nilo. I gas lacrimogeni ammorbavano l’aria e io piangevo. Non so se per il gas, per il ragazzo morto, per me stesso, o per tutte queste cose insieme. Mentre mi allontanavo, ho visto con i miei occhi dei corpi maciullati dal passaggio dell’autoblindo. Budella, cervella, gambe, persone tagliate a metà. Ecco cosa ho visto. Ma il peggio è stato vedere la gente che correva in preda al panico e calpestava tutti quei brandelli. Nessuno ci pensava, a tutti interessava solo mettersi in salvo.”

   Bellissima testimonianza di quest’ autore egiziano già noto per altri romanzi la cui peculiarità è la coralità. E corale è la vicenda narrata in questo suo ultimo libro, corale e umana, drammaticamente vera e lievemente sognata . “Sono corso verso il Nilo”  racconta le vicende che hanno contrassegnato la Primavera  araba e nello specifico la rivolta degli  studenti, degli uomini e delle donne  a piazza Tahir nei confronti del regime corrotto di Mubarak. Su questi fatti si incastonano le storie dei singoli, di Khaled , un giovane che vuole  fare il medico e che crede nei valori della giustizia e della legalità ucciso a freddo , spietatamente sotto gli occhi della sua ragazza per un tragico scherzo della sorte figlia del capo dei servizi segreti, uomo crudele, affarista,  torturatore , di Asharaf cristiano copto che solidarizza con i giovani musulmani sostenendone anche economicamente la causa e che vive una seconda giovinezza  trovando la forza di vivere a pieno l’amore per la sua domestica,  di Asmaa e Mazen due giovani innamorati che credono nei valori rivoluzionari, che lottano per una patria libera e per l’affermazione dei diritti umani e che per questo saranno perseguiti, torturati ,stuprati e condannati. Insomma un popolo che si ribella , che alza la testa che reclama ,ma che non è capace alla fine di portare a termine quanto iniziato; la rivoluzione infatti si rivolta contro se stessa ed i suoi stessi figli fagocitandoli e facendo ricadere tutti nell’inerzia  dell’accettazione di una condizione misera.

Cosa importa se ci sono stati tanti martiri, cosa importa se gli ideali sono stati traditi , l’importante è “ tirare a campare, portare a casa uno stipendio sia pur da schiavo e se il prezzo da pagare è la libertà o la dignità  cosa importa?  Ala al Aswani 'Ala aveva già drammaticamente evidenziato questa caratteristica del popolo egiziano in Palazzo Yacubian e Cairo Automobile Club, ma qui la passività con cui gli egiziani si piegano alla controrivoluzione gronda sangue, sangue anche italiano , come non pensare  , infatti, mentre l’autore racconta le torture a cui sono sottoposti i giovani ribelli , a quanto patito da Giulio Regeni, come non ripensare alla corruzione, ai depistaggi , alle menzogne del governo egiziano? Purtroppo è autentica e drammatica realtà. Con occhio lucido , oggettivo, dissacrante ed al contempo ironico  l’autore viviseziona la società egiziana nei suoi aspetti più ipocriti e bugiardi : la religione, il velo , la condizione femminile, ma lo fa attraverso una prosa sorprendentemente lieve per i temi trattati. Un piccolo capolavoro da leggere non fosse altro per saperne di più non solo sugli accadimenti del 2011 ,ma anche per avere una chiave di lettura del presente.