VINCOLI ALLE ORIGINI DI HOLT (17/01/2019) - a cura della prof.ssa Anna Cosenza Toscano


Autore: Kent Haruf

Genere: narrativa straniera

Valutazione:

 

 

Il romanzo segna l’esordio di un grande scrittore e per il lettore che già ha apprezzato la trilogia segna “ un ritorno a casa” , a Holt . Quando vi arrivano i primi pionieri tra cui Roy e la moglie  Ada, Holt quasi non esiste, poche case e tutto attorno un’enorme distesa di terra brulla, arida che annuncia molta fatica e sudore per farsi addomesticare.  E la fatica, l’ostinazione, la perseveranza , la ritmicità dei riti agricoli segnano sin da subito la vita dei due giovani sposi, Ada debole e smunta ne morirà mentre  Roy svilupperà una ferocia indomita nel portare avanti il suo progetto. Immediatamente attibuirà alla giovane figlia il ruolo di sostituta della madre e le imporrà, come anche a Lyman ,il figlio maschio, ritmi lavorativi infernali. Nella sua cocciutaggine, nel non concedere nulla a sé e ai figli finirà con l’acquisire la dimensione tragica di un eroe epico ( magnifico il passo  in cui continua a far andare avanti la falciatrice con i moncherini sanguinanti) . Tanta disciplina esige sacrifici e sarà Edith colei che farà il sacrificio più grande: rinuncerà a formarsi una famiglia per continuare ad accudire il padre e la proprietà , senza fermarsi mai. E’ il senso del dovere che la schiaccia  , la consapevolezza di avere obblighi morali nei confronti di un padre-padrone che la tiranneggia ,ma che l’ha generata. Vincono i vincoli di sangue e alla terra. Edith ,però, non si arrenderà, nutrirà sempre la speranza di libertà , deve solo aspettare il momento giusto per spiccare il volo…

Sullo sfondo di un’America rurale, in cui il tempo è scandito dai ritmi dell’agricoltura , in cui i giorni si susseguono sempre uguali senza nessun diversivo, Haruf  dà vita ad un romanzo intenso, malinconico, che apre il sipario su una terra arcaica e ribelle , domata dal lavoro , di  cui l’autore descrive mirabilmente  i paesaggi polverosi , assolati , gelidi, inserendovi personaggi dalla psicologia apparentemente semplice, in realtà drammaticamente umani e complessi.

La voce narrante, in questo libro è quella di Sanders , figlio di colui che avrebbe dovuto sposare Edith e questa è una novità rispetto agli altri romanzi, scritti in terza persona e dove l’occhio del “ regista “ filmava la vita degli abitanti.  Sanders è di parte, giudica, protegge Edith ,così come negli anni ha fatto il padre, le vuol bene. Il racconto è caratterizzato da con un lungo flasbak , la vicenda infatti procede a ritroso;  inizia con Edith ottantenne in un letto di ospedale e piantonata da un poliziotto e va indietro negli anni per ricostruire una vita di sacrifici e dedizione. Apprezzabile lo stile asciutto con cui l’autore ci racconta la solitudine, la disperazione, la tristezza e la malinconia di Edith . Un libro da leggere che dà spazio a valori dimenticati e che esalta la capacità dell’uomo nel costruire la propria vita non perdendo mai di vista l’anelito alla libertà.